La nuova collezione: Wabi-Sabi

by Ilaria Cosentino Borgese

Cos'è il Wabi-Sabi e perchè questa collezione è ispirata a questo concetto di estetica Giapponese?

Con il termine 
estetica giapponese si intende una serie di ideali antichi che includono il wabi (una bellezza imperfetta), sabi (la bellezza della patina naturale e dell’invecchiamento), e yūgen (profonda grazia e sottigliezza).
Questi ideali, e altri, sottendono molte delle norme culturali ed estetiche giapponesi su ciò che è considerato di gusto o bello. Così, mentre nel mondo occidentale l'estetica è vista come una filosofia, il concetto di estetica in Giappone è visto come parte integrante della vita quotidiana.

Nell'estetica tradizionale giapponese, wabi-sabi (侘寂) è una visione del mondo incentrata sull'accettazione della caducità e dell'imperfezione, ma è fondamentale introdurre una serie di ideali che l’estetica giapponese abbraccia per capirne meglio il significato. Tra questi i più importanti:
Fukinsei: asimmetria, irregolarità; 
Kanso: semplicità; 
Koko: essenziale; 
Shizen: senza pretese, naturale; 
Yugen: grazia; 
Datsuzoku: slegato dalle convenzioni, libero; 
Seijaku: tranquillità.

Dopo uno studio dei principali ideali che delineano il concetto di Bellezza nell'arte e in tutta la cultura Giapponese, nasce la nostra collezione: una declinazione di questi ideali che sposa perfettamente la mission Parisian Gal Studio (Be your Own Jewel - gioielli e accessori scelti appositamente per creare una collezione che promuova la fiducia e l'amore in se stessx)

  1. I primi gioielli sono gli orecchini e l'anello Ophelia: si basano sulla Vicinanza alla natura e Impermanenza in diretto rapporto con il Wabi-Sabi (che ricordiamo essere soprattutto accettazione della transitorietà e impermanenza di ogni cosa).

    Diversamente dalla concezione occidentale per cui vi sia una contrapposizione tra uomo e natura, in Giappone, vi è l'idea per cui l'uomo e la natura sono una cosa sola: è infatti chiaro che l'uomo sia il prodotto di essa e non vi sia nessuna dualità; l'uomo è solo una parte del tutto.

    Anche se viene fatto spesso, è ritenuto un atto ingenuo e imprudente quello di fare degli ampi confronti fra le culture; ma l'arte orientale ha senza dubbio influenzato e plasmato quella occidentale: un grande esempio fu quello del Bijinga (giapponese: 美人画, «dipinti di belle donne», bijin). In Europa era completamente sconosciuta l'idea di ritrarre azioni intime, familiari, proprie della vita di tutti i giorni e mai prima si era pensato di ritrarre donne nude nella loro quotidianità e naturalezza. Tra gli artisti più influenti Utamaro, Hokusai e Hiroshige. Le donne di Utamaro ad esempio furono studiate per la loro semplicità ed eleganza.
    Uno degli artisti che assorbì maggiormente l'estetica giapponese fu Manet, precursore dell'impressionismo che riprende tra gli ideali più importanti: la vicinanza alla natura, la transitorietà di ogni cosa, la frammentarietà. O ancora i Preraffaelisti che avevano come ideale stilistico una pittura primitiva, che non tradiva il vero in favore del bello. Nell’opera preraffaellita il naturalismo si sposa con suggestioni simboliste, colorandosi di sfumature molto diverse a seconda della sensibilità individuale del pittore. E da qui il nome di questo gioiello: Ophelia (di Millais, pittore Preraffaelista), un quadro molto suggestivo, immerso nella natura, realista, che ha come tema la morte, così come l'accettazione della transitorietà nella rappresentazione della donna trasportata dal fiume e circondata dalla natura.

  2. Il secondo gioiello Etso è invece ispirato all' Asimmetria (Fukinsei).
    Quello che colpì principalmente gli europei quando finalmente il Giappone riaprì al mondo in seguito al lungo periodo di Sakoku (periodo di isolazione nazionale durato all'incirca 200 anni) fu l'uso delle proporzioni e dell'asimmetria. Gli impressionisti furono particolarmente entusiasti delle nuove prospettive e punti di vista che si potevano illustrare in un quadro. Mentre in Europa dai tempi classici si era sviluppata un'arte e un'estetica basata sul simmetrico e sulla ricerca della perfezione, in Giappone invece è l'asimmetria a prevalere. Ad esempio nei dipinti le donne non venivano mai raffigurate perfettamente dritte, ma si sbilanciano verso l'uomo, o ancora, le pietre all'interno di un guardino zen non vengono mai posizione al centro esatto.
    Questo anello non è quindi un cerchio perfetto, ma piuttosto una linea che segue un percorso asimmetrico e irregolare. E da qui il suo nome, Etso.

  3. Il terzo gioiello Wabi è ispirato direttamente al Wabi-Sabi, al concetto di Imperfezione:
    Okakura Tenshin ha scritto nel suo libro, “The Book of Tea”, che la parola “imperfetto” traduce bene la parola “wabi”. Invece “sabi ” è lo stato deteriorato con il passar del tempo. Secondo Terada Torahiko, è la bellezza che trapela dall’intero di una cosa antica e non è in rapporto con l’apparenza. 
    E' difficile da spiegare ma questa sensazione di bellezza è presente in un certo senso anche in Occedente. Si trovano moltissime opere (tragedie, poesie, pitture) che esprimono la tristezza, il senso di vuoto,  sentimenti "negativi" in cui anche gli occidentali riescono a trovare la bellezza. Questa sensazione in Giappone viene definita Mono No Aware e si riferisce sostanzialmente al "pathos" (aware) di tutte le cose (mono) nella loro transitorietà.
    In Occidente quel filone di pensiero estetico europeo che adorava il modello unico della bellezza classica, perfetta ed eterna, durante il XIX secolo travalica nel Romanticismo: la malinconia, la nostalgia, l’abbandono diventano temi popolari di bellezza struggente, soggetti privilegiati dell’arte. I pittori vanno a caccia di rovine, i poeti meditano da soli nei cimiteri antichi, i musicisti danno voce alle proprie malinconie. Il fenomeno del Romanticismo non si esaurisce qui; ma questo gusto, ancora rigoglioso, è forse il punto più vicino fra Europa e Giappone: la bellezza di una semplicità senza fronzoli, che prende forza dall’inesorabile passaggio del tempo, comprendendo serenamente la nostalgia, la tristezza in una tensione dolce e profonda.
    Da qui nasce l'anello Wabi, che rappresenta perfettamente la bellezza nell'imperfezione.

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